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sabato 3 marzo 2012

Le perle del Sud!

Il viaggio continua in solitaria, direzione Sud. Sul percorso le 2 città costeggianti il litorale Sud del Mar dei Caraibi, Cienfuegos e Trinidad.
Dopo un viaggio completamente assorto nella lettura giungo alla prima meta, Cienfuegos, la cosiddetta “perla del Sur”.        
La sua fama non tarda a mostrarsi, l’architettura coloniale ha un fascino più distinto, maggiormente elegante e curato. Scopro infatti che ha un origine relativamente recente e deve la sua fortuna al prosperare del commercio di canna da zucchero di inizio ‘900, per mano di famiglie francesi qui emigrate e arrichitesi. La città si distingue inoltre per il viale sul mare (Malecon) più lungo di tutta Cuba e per aver dato i natali a tal Benny Morè, il barbaro del ritmo! Praticamente un Adriano Celentano de noiatri, con Cienfuegos come Via Gluck! Bene, non ho detto che appena giunto nella stazione dei bus sono stato placcato da un affittacamere, e, grazia ha voluto che ora mi trovi sistemato in una bellissima casa di fine ‘800 con tanto di patìo, sedioni a dondolo e un cameriere personale (lo stesso proprietario) che praticamente mi venera e tratta come una divinità! Molto bene. Procedo nella visita e tra una colazione da buffet continental e cene all’aragosta decido di trattenermi altri 2 giorni. Come biasimarmi? :)
Sulla lista delle cose poi fatte: una gita al delfinario (bellissima!),  una capatina in spiaggia, un giro fino Punta Gorda (la parte più lussuosa della baia) con un amico bici-taxista  e una serata in discoteca con Juliee e Joel, 2 ragazzi locali conosciuti su un pullman.
Scopro come ballano i cubani e cosa diavolo gli scorre nelle vene quando sentono un po’ di musica!  Scopro anche in che condizioni reali versino, e dopo aver offerto l’intera serata come da costume, regalo anche una maglietta a lui e dei soldi a lei. Sorvolo sull’imbarazzo nell’ascoltare le loro necessità basiche. E poi lamentiamoci di come stiamo messi in Italia, penso. Saluto il grandioso amico Isidro dopo avergli promesso una meritata mail di encomio a Lonely Planet, prendo la guagua (bus) delle 11 e mi dirigo verso la vicina Trinidad. (nella foto sotto)
Beh, come descriverla? Trinidad fin da subito è una rivelazione. Una città piccina piccina ferma al 1850, dove edifici, usanze, luoghi comuni sono perfettamente a loro agio in questo angolo remoto del tempo. Le strade del centro sono ancora ciottolati che alzano polvere al passare della gente o dei cavalli, il luogo dove piccoli artigiani vendono le loro opere e dove gli anziani ammazzano il tempo giocando a domino. Gli edifici color pastello e le grandi finestre a grata sono lo sfondo di una vivace vita sociale che si svolge principalmente all’aperto. La salsa o la "trova" suonata dal vivo la colonna sonoro delle fresche serate sulla “scalinata”, il luogo di ritrovo più gettonato, sede de “La casa della musica”.
I mie 3 giorni passati a Trinidad sono infatti perlopiù pomeriggi e nottate, la mattina non è pervenuta. Ogni sera alla “Casa della musica” orde di turisti rimangono stregati a vedere ballare la salsa cubana. Io tra loro. L’occasione però è d’oro per conoscere gente e nel corso dei 3 giorni ho l’occasione di fare amicizia con Canadesi, Argentine, Brasiliani e due Polacche, con cui poi proseguirò il viaggio per Camaguey. L’ultima sera, nell’attesa dell’unico bus per l’Oriente in partenza alle 8.00, passiamo una memorabile nottata (in bianco!) tra discoteche, viaggi in bicitaxi dove ci improvvisiamo autisti e la terrazza della casa dove sono ospitato, a bere birra e fumare sigari cubani.  Il modo migliore per salutare una città tanto bella quanto viva! 
Rachel e Jen, from Canada, a Playa Ancon (Trinidad)




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