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martedì 3 settembre 2013

Presente imperfetto, futuro semplice... :)


Provate a immaginare il futuro. Qualcosa che abbia a che fare con le vostre vite e le più' comuni incombenze. D'accordo, se siete italiani provate con un faticoso sforzo di astrazione e disegnatelo senza chiassosi slogan, ingombranti faccioni stuccati di cerone e culi e tette in uso secondo il nuovo conio. Fate ancora meglio, cancellata pure la sensazione di vertigine perenne che scandisce la vita attraverso quel' orologio rotto chiamato incertezza. Inceppati quasi subito eh? La matita immaginaria ha tratteggiato un dipinto a meta' tra una tela surrealista di Dali' e una beffarda Gioconda che caparbiamente, magia, ha ancora l'ovale e il sorriso inverecondo di Mr. B. 
Coraggio compari, e' solo un brutto sogno! Purtroppo la nostra capacita' d'immaginare il futuro ci e' stata saccheggiata insieme al futuro stesso. Sapientemente lobotomizzata tra gli speciali di Barbara D'urso, gli slogan Orwelliani in heavy rotation e il pollaio sconcio della politica in televisione.  
Qui la televisione quasi non esiste più'. E La politica svolge così noiosamente la sua funzione d'amministrazione pubblica che nessun circo equestre e' stato ancora pensato per intrattenere nessuno. Il prestigiatore mediatico e' seduto triste in camerino. Gli passano pizza o spaghetti. Nessuno lo chiama a  distrarre con la seconda mano un pubblico compiaciuto. Nessuno pare essere compiaciuto e la gente sa intrattenersi da se. 
- Veduta del quartiere Gastown in notturna -
Benvenuti nel futuro. O nel presente grande e vaccinato che sa prendersi cura di se, senza ingombranti genitori.
 Vancouver finisce di festeggiare i suoi 125 anni di storia e questo si dira', aiuta, se e' vero che le culle della civiltà' (Italia e Grecia) annaspano in un Mediterraneo di malcostume, oltreché di debiti.
La città, come scrivevo, ha un certo aplomb british nel suo approccio verso la cosa pubblica. La gente ama fidarsi dell'altro. Follia, masochismo? No, perché' questo, in fondo, risparmia un sacco di energie, congetture macchiavelliche, pesantezza epatica. La gente, sapete, vede negli altri il riflesso di se stessa, niente di più' vero. Chapeau alla cultura canadese, quindi. Compilation di capitalismo americano nelle giuste dosi, specchiato civismo inglese e socialismo europeo adattato a quell'indole hippie che da sempre ha battuto il territorio, perlomeno quello della British Columbia, dal quale scrivo. 
- Architetture di Gastown -

I ventenni americani impermeabili all'indice di Zio Tom fuggirono proprio qui negli anni '60. Nella pace isolata della lontana Nelson o sulle sponde Pacifiche dell'ora turistica Tofino, capitale surfistica del Nord Ovest.
La provincia della British Columbia e la maggior parte di Vancouver, tradiscono tutt'ora quello stesso spirito rilassato e nature, comune a quelle aree ancora non sovrasfruttate, e paesaggistiamente incantevoli, che sanno prendersi cura di se.
La pioggia alle volte intristisce il tutto e' vero, ma rimane la certezza di una natura superba che calma e pacifica, ed e' sempre li al bisogno.
Downtown, dal canto suo, svetta con le sue cime color argento e le facciate a specchio come un'isola nel tempo e nello spazio. Se mai avete ritenuto quei plastici in scala delle città' del futuro pura fantasia o, alla meglio, ottimistiche visioni degne di Spielberg qui dovrete ricredervi. 
- Veduta dello stadio, Science World e downtown Vancouver -
Il centro città' sembra una cristalleria Swarosvsky, la metropolitana, esposta, entra nei palazzi come il treno di Howgsorth nel muro della stazione di Harry Potter e ci sono sufficienti lineamenti asiatici da credere che la Cina non sia solo vicina, ma abbia già' colonizzato il mondo conosciuto da decenni. Il tutto e' pero' protetta da abbastanza vegetazione da realizzare dopotutto,di non essere finiti sul set di Transformers, ma di stare sperimentando una nuova civiltà' dove ambientalismo, tutela e moderno sono parole che di colpo smettono di insozzarsi nella bocca dei politici per ritrovano un significato. Procioni e puzzole spesso esplorano fino al giardino di casa mentre orsi e cervi non di rado bazzicano fin lungo la strada che conduce sul pendio di North Vancouver, periferia milionaria che domina Vancouver e ospita tra le altre case di Bill Clinton o di influenti finanzieri con gli occhi a mandorla.
La vita scorre tranquilla e ordinata. Gli eventi notturni, anche se non la specialità', animano una città' che comincia a scopririsi bella ed esclusiva. Come un'adolescente mozzafiato che inizia a mettere in coda i pretendenti. 
-International Village, il quartiere dove vivo -

 Il fatto che rimanga tutto sommato piccola invece e' tra le caratteristiche che la mantengono ancora la terza più' vivibile al mondo. Gli investimenti asiatici, ovvio, non mancano quindi di fluire costanti da anni, rendendola di fatto una dependance dell'economia di Pechino, Tokyo e Seul. 
La cosa più' bella di tutto questo quadro e' infatti che il paese e' aperto all'immigrazione. Permessi di residenza sulla base delle capacita' professionali o economiche sono la regola. Quasi linfa vitale per un paese così ricco ma ancora così sottopopolato nel quale la crescita continua soprattutto per mezzo delle persone.  Come un puzzle multicolour o un progetto open source sono le varie etnie e le idee migliori a creare il quadro, e sono acquisite dall'esterno, senza paure, fobie protezionistiche o barricare razziste medievali. 
- il lago Elfin, 1600 m d'altitudine, nei pressi di Squamish -
Dal punto di vista culturale la scena artistica, anche se povera della influenza europea tipica della costa est, prova anch'essa piano piano ad affermarsi. La primadonna e' la musica dal vivo, con parecchie band che si influenzano a vicenda dalla vicina Seattle e suonano sempre nuove e originali. Tuttavia bisogna infilarsi scarpe sportive e pantaloncini per scoprire la vera specialita'.
- BC place di notte -
Se solitamente vi chiudete in palestra a sollevare pesi o a sciogliervi su un talis roulant siete probabilmente nel posto giusto. Vancouver ha sufficiente spazio, varietà' e natura da soddisfare con gli sport outdoor anche il più' esigente dei decatleti. La recente olimpiade invernale 2010 l'ha resa la località' sciistica più' cool del Nord America. Sfortunatamente anche la città' più' cara, ma questo purtroppo va da se ed e' sufficientemente compensato da stipendi che finalmente hanno fatto pace con l'inflazione. 
Vancouver e' insomma una bella cartolina dal futuro per un presente che spesso non trova pace e ha perso la capacita' d'immaginarsi diverso. Veniteci a caricare le pile. 
-Wreck beach al tramonto-