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giovedì 13 settembre 2012

It's up to you...New York...New York!!

Prima casa. Nel Queens.

Difficilmente troverai alter citta’ in grado di entusiasmarti come New York.
La cattiva ragazza anche se pericolosa ammalia e seduce. E alla fine credi di non poterne fare piu’ a meno. Ti conquista.
Difficile stabilire se sia piu’ quello che ti da o quello che ti toglie. Questo, immagino, dipende dal proprio personale equilibrio o da cosa uno vada alla ricerca. La bad girl offre un catalogo di alternative che e’ pressoche’ infinito.
Angolo del Village, dove ho lavorato.

A me, personalmente, ha dato e insegnato parecchio. Piu’ di quanto certe porte chiuse, persone sbagliate o incontri a vuoto abbiano potuto togliermi.
New York non si nega a nessuno, e con le sue grandi braccia tatuate mamma America, e’ pronta ad offrire uno spicchio di se a chiunque sia in grado di addentarla.
Come la piu’ famosa mela proibita: ti invita a servirti.
E’ tosta, dicono. Vero.
Ma allo stesso modo e’ onesta e ti dice quanto vali.

Sara’ immorale e spietata, forse. Ma probabilmente e’ lo specchio fedele di un certo urban homo sapiens sapiens del 21esimo secolo e applica una rigida selezione naturale. Darwin ringraziera’. 
Angolo tra 4th street and 6th Avenue
- Greenwich Village -
 - Central Park -

Ponte di Brooklyn,
da Lower Manhattan

New York continua a rimanere la roccaforte americana delle possibilita’ a misura di ogni tipo d’ambizione.  Autoalimenta il suo mito anche in tempi di crisi, e la gente continua a rincorrerla a caccia della sua El Dorado. Fama, fortuna o semplicemente una buona voce da mettere a curriculum ( magari condita da un buon network di conoscenze “giuste”); la grande mela rappresenta il paradigma del sogno Americano da tradurre in (consumistica) realta’, declinato nella sua forma glamour.
La scintillante metropoli della promessa:
“Se ce la fai qui ce la puoi fare ovunque!”, si cantava.
Dura arrivarci e dura restarci, il capitol visti e’ una jungla nella quale si rischia d’impazzire. Ma alla fine trovi i trucchi, le crepe del sistema e i suoi paradossi. E scopri che anche l America non e’ poi cosi diversa da tanti altri paesi. Se hai talento (piu per arrangiarti e venderti, paradossalmente ) troverai il modo di avere il tuo spazio, e forse la tua piccolo fortuna.
Dicevamo che e’ dura, vero. E anche finta, e fredda.
Se hai modo di frequentare un certo tipo di middle-high class, come mi e’ capitato, capisci quanto tutto sia un gioco di specchi, e le possibilita’ concrete poi si riducano a quanto bene sai conoscere le persone giuste e vendere te stesso ai party. Il networking. Sport nazionale numero uno da queste parti.

E’ anche sporca, piu’ di quanto si riesca a immaginare.
"Raccolta differenziata" fai da te. X pochi cents.
Forse il milionario sindaco Bloomberg dovrebbe pensare piu’ ad un buon piano di derattizzazione che non ad avvallare nuovi e costosi progetti edilizi. Gli inquilini piu’ numerosi della grande mela sono senza dubbio topi e scarafaggi. I cristiani, come le alter fedi, seguono lontani. Imbarazzante ma vero.
Eppure, dicevamo, non si arriva a New York alla ricerca del proprio Shangri-La o di una Spa tutto relax. L’igiene, la cura del corpo e dell’anima, possono attendere, altrove.
Essere parte di questa citta’ eccita, inebria. E’ energia pura! E ti trovi dentro questa grosso circo dove tutto luccica e sa di possibilita’. 
Taxi!! 

E’ come essere in un casino’…le prime mani osservi e lasci giocare gli altri..poi anche a te viene voglia di giocare, non ce n’e’.
Dicono che se rimani a New York (e parlo di Manhattan) piu’ di 4-5 anni, non riesci piu’ a lasciarla. Ti entra dentro come una droga. Vernissage, prime teatrali, manifestazioni, parate, festival, set cinematografici open air, party alla moda, flash mob.. Nella City non manca niente…e una volta, passata la crisi post-overdose e prese le misure alla grande giostra, non si vorrebbe piu’ scendere.  
Folla "astratta" a Times Square

La citta’ come solo in un continente giovane poteva accadere, si e’ sempre plasmata in funzione delle nuove tendenze, mutando laddove si intravedeva il potenziale di un rinnovamento. Il meatpacking district, zona fino ad un decennio fa covo di malfamati e reietti, e prima ancora di grezze macellerie all’ingrosso, e’ ora uno dei quartieri piu’ esclusivi e cari. I Newyorker bohemian o gli attuali hipster, da par loro, hanno invece migrato dal Greenwich Village per stabilirsi a Williamsburg, la nuova area “cool” di Brooklyn. Ma ci sono tante e tante faccie ancora in questa citta’. C’e’ il borough del Queens con la sua babele di quartieri, gente e razze. Periferia residenziale piu’ rilassata, porta sul retro dell’integrazione culturale e razziale. Qui i popoli e le sue genti si stringono attorno alle proprie tradizioni, e rivivono i propri paesi. Poi Brooklyn e Staten Island, backyard dei New Yorkesi stanchi di vivere in un box 4x4 a cifre folli. E il Bronx, culla della comunita’ afro-americana e del black power.
New York e’ New York. Ed e’ tremendamente sexy. Come una donna bellissima che sa sedurti e metterti a tuo agio, salvo poi scomparire dietro una porta con scritto “custumers only”.
Statua della liberta', al tramonto. 
 Ce n’e’ per tutti e ce n’e’ anche per te. Basta saper bluffare, avere delle buone carte e una buona dose di fortuna al tavolo al quale hai scelto di giocare. 
Dove possibilmente conosci il croupier. :)


…It’s all up to you… come si e’ detto…