- FOTO, PENSIERI, PAROLE -

Girovagando per il mondo...
interrogando la vita...
catturandone la bellezza...

mercoledì 7 marzo 2012

Sulle orme del Che


Vista dal basso di Plaza Agromonte - Camaguey -

Casa de la trova - Camaguey - 
Ancora assonnato e mezzo stordito, riesco a guadagnare la stazione degli autobus, dove ritrovo Arturo, Dominika e Sylvia, i miei compagni di nottata da cui mi ero separato solo un’ora prima per un’improbabile sonnellino previa-partenza. La strada con il primo purtroppo si divide subito, troppo forte per lui la tentazione di una gita a Varadero, prima del suo rientro finale in Brasile. Con le 2 ragazze polacche invece il viaggio prosegue assieme, destinazione Camaguey, la città delle mille chiese e dalla pianta urbana incomprensibile. Oggetto di continui saccheggi da parte dei pirati, nel secolo 17, scelse di svilupparsi secondo uno schema edilizio intricato e contorto, utile a disorientare e poi intrappolare i bucanieri in fuga o quelli pronti a entrare in città per saccheggiarla. Il disegno delle sue vie e piazze è spesso irregolare e bizzarro, mentre la enorme quantità di luoghi di culto per il credo cristiano le conferiscono l’appellativo di capitale della fede cattolica cubana. Nel tentativo di entrare in una di queste chiese facciamo la conoscenza di un gruppo di professori multilingue, insegnanti di lingue di una scuola serale lì vicino. Ci avventuriamo in una divertente conversazione poliglotta e scopriamo quanto sia incentivata (e gratis!) la formazione continua a Cuba e quanto questo si rifletta in un livello culturale medio molto più alto che in altri paesi. Tuttavia, anche se insignita del riconoscimento da parte dell’Unesco,  la città non brilla come le precedenti e, complice il poco tempo, decidiamo di trattenerci una sola notte. Il giorno seguente,  già sicuri di rivederci all’Havana in pochi giorni, ci separiamo. Dominika e Sylvia procedono per l’estremo oriente (Santiago), io mi dirigo a Ovest, destinazione Santa Clara.  
Dominika sul campanile al tramonto - Camaguey -
Pranzo in casa cubana in compagnia di
Carlos, Susana y Fran.
-Santa Clara-
Monumento a Ernesto "Che" Guevara - Santa Clara-
Dopo un viaggio di cinque ore, arrivo che è già notte. A darmi il benvenuto nella stazione dei bus, un’enorme viso di Ernesto Guevara. Eccomi nella città adottiva del Che! Qui il medico argentino si distinse come guerrillero e, sabotando un treno carico di munizioni dell’esercito di Batista, conquistò la città chiave del centro-ovest, determinando il “trionfo rivoluzionario” e il successivo esilio del dittatore Cubano.
Ad attendermi in città, Carlos, un caritatevole amico di couchsurfing pronto a darmi asilo! J
I miei 2 giorni passati con lui e i suoi amici (nella foto piccola) saranno bellissimi! Avrò la fortuna di toccare con mano la situazione dei giovani coetanei cubani, di parlare a lungo con Susana dell’assenza di libertà di stampa, di pensiero, e di azione a Cuba e di divertirmi con loro al Menjunje, il centro di divertimento notturno in città.
Durante il giorno invece, visiterò con Carlos i vari luoghi dedicati al culto del Che, la montagna dove pianificò la guerrilla, il treno fatto deragliare, il museo e il mausoleo che accoglie le sue spoglie e quelle dei suoi compagni caduti in Bolivia. Scopro quanto sia amato e rispettato dal popolo cubano e quanto il suo pensiero e il suo esempio continuino a ispirare persone di ogni età.
Dopo questo tour de force nello spirito cubano più vero devo salutare a malincuore i miei nuovi amici e dirigermi verso Nord-Ovest. Sulla strada per l’Havana non posso ignorare Varadero e decido dunque di concedermi qualche giorno di “meritata vacanza” sul mare. Ahah! J

sabato 3 marzo 2012

Le perle del Sud!

Il viaggio continua in solitaria, direzione Sud. Sul percorso le 2 città costeggianti il litorale Sud del Mar dei Caraibi, Cienfuegos e Trinidad.
Dopo un viaggio completamente assorto nella lettura giungo alla prima meta, Cienfuegos, la cosiddetta “perla del Sur”.        
La sua fama non tarda a mostrarsi, l’architettura coloniale ha un fascino più distinto, maggiormente elegante e curato. Scopro infatti che ha un origine relativamente recente e deve la sua fortuna al prosperare del commercio di canna da zucchero di inizio ‘900, per mano di famiglie francesi qui emigrate e arrichitesi. La città si distingue inoltre per il viale sul mare (Malecon) più lungo di tutta Cuba e per aver dato i natali a tal Benny Morè, il barbaro del ritmo! Praticamente un Adriano Celentano de noiatri, con Cienfuegos come Via Gluck! Bene, non ho detto che appena giunto nella stazione dei bus sono stato placcato da un affittacamere, e, grazia ha voluto che ora mi trovi sistemato in una bellissima casa di fine ‘800 con tanto di patìo, sedioni a dondolo e un cameriere personale (lo stesso proprietario) che praticamente mi venera e tratta come una divinità! Molto bene. Procedo nella visita e tra una colazione da buffet continental e cene all’aragosta decido di trattenermi altri 2 giorni. Come biasimarmi? :)
Sulla lista delle cose poi fatte: una gita al delfinario (bellissima!),  una capatina in spiaggia, un giro fino Punta Gorda (la parte più lussuosa della baia) con un amico bici-taxista  e una serata in discoteca con Juliee e Joel, 2 ragazzi locali conosciuti su un pullman.
Scopro come ballano i cubani e cosa diavolo gli scorre nelle vene quando sentono un po’ di musica!  Scopro anche in che condizioni reali versino, e dopo aver offerto l’intera serata come da costume, regalo anche una maglietta a lui e dei soldi a lei. Sorvolo sull’imbarazzo nell’ascoltare le loro necessità basiche. E poi lamentiamoci di come stiamo messi in Italia, penso. Saluto il grandioso amico Isidro dopo avergli promesso una meritata mail di encomio a Lonely Planet, prendo la guagua (bus) delle 11 e mi dirigo verso la vicina Trinidad. (nella foto sotto)
Beh, come descriverla? Trinidad fin da subito è una rivelazione. Una città piccina piccina ferma al 1850, dove edifici, usanze, luoghi comuni sono perfettamente a loro agio in questo angolo remoto del tempo. Le strade del centro sono ancora ciottolati che alzano polvere al passare della gente o dei cavalli, il luogo dove piccoli artigiani vendono le loro opere e dove gli anziani ammazzano il tempo giocando a domino. Gli edifici color pastello e le grandi finestre a grata sono lo sfondo di una vivace vita sociale che si svolge principalmente all’aperto. La salsa o la "trova" suonata dal vivo la colonna sonoro delle fresche serate sulla “scalinata”, il luogo di ritrovo più gettonato, sede de “La casa della musica”.
I mie 3 giorni passati a Trinidad sono infatti perlopiù pomeriggi e nottate, la mattina non è pervenuta. Ogni sera alla “Casa della musica” orde di turisti rimangono stregati a vedere ballare la salsa cubana. Io tra loro. L’occasione però è d’oro per conoscere gente e nel corso dei 3 giorni ho l’occasione di fare amicizia con Canadesi, Argentine, Brasiliani e due Polacche, con cui poi proseguirò il viaggio per Camaguey. L’ultima sera, nell’attesa dell’unico bus per l’Oriente in partenza alle 8.00, passiamo una memorabile nottata (in bianco!) tra discoteche, viaggi in bicitaxi dove ci improvvisiamo autisti e la terrazza della casa dove sono ospitato, a bere birra e fumare sigari cubani.  Il modo migliore per salutare una città tanto bella quanto viva! 
Rachel e Jen, from Canada, a Playa Ancon (Trinidad)